Stenio Solinas, che ha iniziato la sua carriera nell’ambito giovanile della destra politica e culturale, ha dato un contributo fondamentale alla creazione della corrente chiamata “Nuova Destra”, ispirata dalle teorie dell’intellettuale francese Alain De Benoist.
Già dirigente del FUAN di Roma, organizzazione universitaria legata al Movimento Sociale Italiano, fu redattore capo del bimestrale Intervento, direttore della rivista Elementi e collaboratore di Roma e Vita negli anni Settanta. Il 21 giugno 1977, sul quotidiano Roma di Napoli, Solinas dipingeva i giovani della Nuova Destra come una generazione rivoluzionaria, in conflitto con il binomio ordine-legalità, più critica verso il sistema che verso il comunismo, con il sogno di un cambiamento radicale pur sapendo che ogni rivoluzione finisce per essere tradita. Questi giovani si ispiravano a figure come Codreanu, Evola, Drieu La Rochelle e Pound, apprezzando l’intransigenza, il valore dell’onore e rifiutando l’epoca, il sistema e il regime, trovandosi più vicini all’estremismo indiano che pensavano.
Negli anni Ottanta, Solinas fu redattore capo del quotidiano La Notte, e in seguito lavorò per il mensile Magazine del Gruppo Monti e la rivista Salve (Rizzoli Editore). La sua carriera giornalistica decollò quando Vittorio Feltri lo scelse per dirigere prima L’Europeo e successivamente per gestire le pagine culturali del Giornale, incarico che mantenne per cinque anni, prima di diventare inviato.
Negli anni Novanta, in modo simile ad alcuni intellettuali di estrema sinistra, come Lanfranco Pace e Giampiero Mughini, che avevano collaborato con i giornali della destra moderata, Solinas lasciò la militanza politica attiva, pubblicando l’ironico pamphlet Per farla finita con la destra, in cui lanciava un appello contro il “nuovo totalitarismo culturale” che stava emergendo, con il declino delle ideologie, sotto il segno di un pensiero unico radical-liberista, e in difesa dell’Italia.